lunedì 30 aprile 2012

Day-104: Multitasking

Giorno 104, significato ignoto alla smorfia (che giustamente si è posta il limite dei 90) e inutile alla cronaca. Ormai la conta dei giorni per la Dukan non serve più: mi sono fatta i miei bei 3 giorni di fase 1 (attacco), poi 48 di fase 2 (crociera) e infine i prescritti 10 gg per chilo perso di fase 3 (5kg = 50 gg di consolidamento). Da ora in teoria si ritorna alla vita normale, con un risultato certificato e un paio di sorprese in più:

  1. Ho raggiunto il peso obiettivo che mi ero data (e hai detto niente)
  2. Ho riscoperto l’amore per la cucina, sulla variante delle carni e soprattutto del pesce (quando fino a qualche mese fa il mio focus era dolci e primi piatti, con nota di merito per la pasta frolla e i risotti)
  3. Ho maturato una nuova passione: la corsa. E qui chi l’avrebbe mai detto, davvero.
La conta dei giorni, ora, serve solamente per vedere quanto sarò costante nell’aggiornamento del blog, per darmi un “passo” anche in questo e, non ultimo, per tenere sott’occhio lo scorrere del tempo.
Eh, si, perché sembra paranoico ma è proprio così: ho bisogno di capire a che velocità scorre il tempo attorno a me. Negli ultimi tempi mi sono resa conto di averne totalmente perso la cognizione. E non intendo giorni, settimane, o mesi… qui sto parlando di anni interi. L’ultimo anno, poi, è come non fosse mai esistito. Si è dissolto nell’aria vapore.
Non conosco le ragioni psicologiche di questi vuoti, quel che è certo è che forse (dico forse) constibuisce a questo scollamento l’inverosimile quantità di cose che ho fatto nell’ultimo periodo.

Al di là del lavoro (quello “ufficiale”) mi ero messa a dare una mano ad un amico su un’altra attività di lancio di un nuovo prodotto, poi ho iniziato a cercare casa, poi il mutuo, poi i lavori di ristrutturazione, poi gli arredi, poi una relazione semi-seria, poi la decisione di cambiare lavoro, poi l’organizzazione di vacanze, feste, ricorrenze (in cui ero sempre annoverata nel comitato promotore), infine il vero cambio lavoro, la decisione di abbandonare l’impiego-bis, il sospirato termine degli interventi in casa, la scelta di prendermi una pausa dagli impegni mondani.

La quiete dopo la tempesta. Eppure.

Eppure l’impronta del multitasking mi è rimasta addosso. E me ne sono resa conto in questi pochi giorni di pausa da tutto che mi sono presa prima del nuovo inizio. La mia vita, intesa nel senso di quotidianità, si muove tra due estremi: l’immobilità totale, la nullafacenza assoluta e l’iperattività, le mille cose iniziate e portate avanti assieme. Per dire: se non inizio nulla, posso stare ore nel letto a rigirarmi, se invece devo fare una cosa (esempio: cucinare) ecco che mentre preparo l’arrosto scrivo sms a tre persone, interrompo a metà e metto ad andare la lavatrice, riordino le carte della banca, passo lo straccio in bagno, poi riprendo in cucina ma cerco la garanzia del bollitore, recupero il codice prodotto del pc, e inizio a pensare a cosa fare per cena, prendo il libro che devo leggere e poi piego i panni asciutti, stendo quelli bagnati, risistemo le carte al loro posto, pc sul tavolo, conversazioni via sms terminate, arrosto pronto fuori dal forno. Un tornado e poi la pace. Ma se non metto in moto di nuovo altre 3 cose in contemporanea, iniziando e interrompendo ognuna almeno due volte, non vado avanti.

Forse è per questo che mi fa bene la corsa.

Mentre corro non posso fare nient’altro. Musica, strada, le gambe che girano. Potrei pensare, al limite, ma se lo faccio, e me ne sono accorta da un po’, il ritmo scende, il fiato si rompe, le gambe non vanno. E io voglio che vadano.

O testa o gambe, insomma. Ed è una vera Fortuna che abbia trovato il modo di far riposare la testa.

mercoledì 25 aprile 2012

Day-98: Questo sogno non lo perdo.

Questo non lo voglio perdere.

Notte tra lunedì 23 e martedì 24 aprile, la mia ultima notte da dipendente nella mia prima vera azienda.
Il giorno dopo avrei salutato tutti (per l'ennesima volta, ma non essendo così comune che da quell'azienda la gente se ne vada sono rimasti tutti abbastanza scioccati, e i saluti si sono protratti per giorni), avrei riconsegnato computer e badge aziendale, avrei varcato la soglia in uscita per l'ultima volta, almeno l'ultima da dipendente.
La mia ultima notte, prima dell'ultima mattina di sveglia puntata alle 7.32, dell'ultima doccia pre-vecchio ufficio, dell'ultima indecisione di fronte all'armadio (il nuovo ufficio imporrà una serie di outfit predefiniti, che studierò ad hoc con una dele colleghe più cool della vecchia azienda nei prossimi giorni!), l'ultima uscita di casa con il solito ritardo e l'ultimo giro in metropolitana destinazione: capolinea.

E faccio questo sogno. Io che da qualche anno a questa parte sogno così raramente.
Un sogno nitido, chiarissimo, dal quale mi sono svegliata lucida, nel cuore della notte, con il ricordo preciso e perfetto di quello che avevo visto. Questo ricordo ora sta per svanire, ma non lo voglio perdere.

Una spiaggia. Sembrava il Brasile del nord, sembrava la sabbia rosa di Canoa. Spiaggia di dune, miste a scogli. Alta rispetto al livello dell'acqua, con una forte discesa verso il mare.
L'oceano. Acqua di un intenso color turchese, che sfumava al largo in un blu cobalto e a riva in un acquamarina chiarissimo.
Io e mia sorella, sdraiate una accanto all'altra sulla sommità della spiaggia, come sul ciglio di una di queste dune. Siamo serene, parliamo, guardiamo il sole, il mare, scherziamo con l'iPhone (ma si può sognare l'iPhone? Mah...).
Onde. All'inizio poche, piccole, giusto un accenno di risacca. Poi sempre più grandi, sempre più intense e alte. Finchè non iniziano a raggiungere il livello della spiaggia. L'acqua che raggiunge la sommità delle dune, che inizia a lambire anche noi, noi ci divertiamo, lasciamo che l'acqua ci bagni e poi ci sommerga, lasciamo che le onde ci rpendano e ci portino nell'oceano.
Il fragore dell'acqua è sempre più alto, le onde ci sommergono sempre di più. Io ho paura di non riuscire più a raggiungere la spiaggia se la corrente mi porterà poco più al largo. Ma sento anche che il panico è solamente mio, mia sorella (quella che delle due è sempre stata più "fifona") non se ne preoccupa per nulla.
L'ultimo ricordo, tra il calore del sole, l'acqua, il rumore dell'oceano e la luce, sono io che cerco di salvare l'iPhone dall'ennesima onda, tenendo alta la mano che lo regge, mentre mi scatta una fotografia. Ovviamente senza successo.

Sveglia. La sensazione non è paura, ma solo una leggera inquietudine. Cosa significa un sogno così netto? Prendo l'iPhone e cerco il significato del mare, della spiaggia, della presenza di mia sorella.

Sognare il mare significa un cambiamento in atto.
Il mare contrapposto alla spiaggia simboleggia l'emotività versus la razionalità.
La presenza di mia sorella è la stabilità della famiglia.

Wow.

P.s. Sogno fatto nel giorno 98 dall'apertura di questo nuovo capitolo della mia piccola vita. Il 98 è la somma di due quadrati: 72 + 72. Poi lo chiamano caso.



martedì 3 aprile 2012

Day-77: Buona la Prima!

Ieri primo sbarco nella nuova dimensione.

Sveglia alle 6.30 dopo una notte popolata di sogni strani (e la solita ansia da “suonerà la sveglia?”), doccia, trucco e parrucco e via di taxi (con annessa polemica col tassinaro sul senso dei vegetariani in periodo di Pasqua), vai di treno (con anomalo isolamento digitale, ognuno immerso nei suoi pc), e infine…il mare! Non sto scherzando: il mare vero, la spiaggia deserta, l’azzurro cristallino dell’acqua ancora immacolata dopo l’abbandono invernale e prima dell’invasione estiva! La voglia di tuffarsi nel sole, sdraiarsi sulla sabbia e dormire, una birra e una pasta al tonno…

E invece: autista in stazione, strade di provincia, e infine la sede. Grande, bianca, spaziosa, bellissima.
Le persone: giovani, splendide, vive, anche se di una vitalità spenta e sopita, ma pronta come mai a risplendere al minimo cenno di rispolverata. Tanta energia latente, tanti progetti nel cassetto e voglia di dare il meglio, ricominciare anche loro a vivere il loro lavoro con grinta e impegno. Bello. Semplicemente bello.

In totale 6 ore di chiacchiere e formazione soft, per riportarsi a casa due folder pieni di stampe, appunti, dettagli di nuova collezione sui quali lavorare entro…ieri, no? Bello come tutto il mondo sia paese, e come tutte le aziende in fondo si assomiglino nelle deadline cadenzate a passo di gambero!
E poi il rientro, il treno la notte perde il fascino del panorama che regala con la luce del giorno, un bicchiere di Berlucchi gentilmente offerto dal Frecciarossa, la Dukan poteva aspettare, oggi proteine pure per recuperare il regime che ieri è saltato, stamattina corsetta in Sempione di 6 km, dopo gli 8 km di domenica (fatti in previsione dei km 0 di ieri), magari oggi si chiude qualcosa, perché ora è tempo di aprire la porta al nuovo.



Ieri sera mi sono porto a letto l’emozione provata nell’essere un'altra volta ‘nessuno’ per tutti, di ripartire da zero in un organizzazione sconosciuta, di farsi conoscere dal niente, dimostrare di nuovo chi sei, misurarsi con le aspettative di chi magari sa già qualcosa di te tramite voci, di chi immagina solo cosa potresti dare, di chi non immagina nulla, di chi giudica dalle apparenze, di chi guarda solo le gambe o di chi aspetta a giudicare la testa.
Una relazione nuova: riscoprirsi, rimettersi in gioco, re-imparare a conoscersi attraverso la conoscenza che gli altri faranno di te e tu degli altri.

p.s. questo post doveva partire ieri sera, ma a causa di misteriosi buchi nei diversi device wifi, Bluetooth, USB e chi più ne ha più ne metta ha dovuto aspettare stamattina...giorno 77...come le gambe delle donne...le mitiche :)

domenica 25 marzo 2012

Day-68: Stramilano

Oggi si è corsa la Stramilano.

Da brava neo-runner ho preso parte solo alla 10 km non competitiva: un armata Brancaleone di bambini-passeggini-cagnolini-gruppettini di camminatori, pattinatori, (lenti) corridori. Uno spaccato della Milano che normalmente affonda nella metropolitana e che invece oggi, complice il clima mite e molto primaverile, il blocco del traffico,la giornata FAI e appunto la Stramilano, si è riversata lungo il percorso con allegria, entusiasmo, colore, fantasia e tanta umana spontaneità. Una gioia farsi strada tra questa folla. Fuori da ogni ironia, ho davvero corso con la musica nelle orecchie, i cookies american style in gola ma il sorriso sulle labbra.

Pomeriggio di relax al parco, con un amico (ma cosa dico: con mio fratello!) e ora, finalmente, sola in casa.
Ed è enorme il lavoro che da ora mi attende.
E’ passato tanto di quel tempo da quando ho postato sul blog che temo non ce la farò a sintetizzare in poche righe tutta la vita che è mi è passata tra le dita in questo ultimo mese.

In sintesi.
La dieta ha funzionato e ora il Dott. Dukan mi annovera tra le clienti soddisfatte e in -altalenante ma costante- regime di consolidamento.
Il lavoro fatto in questi anni mi ha premiato e forse la fortuna mi ha anche dato una cieca spinta, ma il lavoro che tanto volevo è mio. Ancora non so bene cosa andrò a fare né le sfide che mi troverò ad affrontare, ma è questo quello che volevo: incognite, difficoltà da superare, novità, tante novità da gestire per capire, imparare e poi migliorare.
Così tanta vita dietro a me, e così tanta davanti.
Nel frattempo c’è il “vecchio” lavoro da chiudere, il passaggio di consegne, gli ultimi progetti da chiudere o almeno aiutare ad imbastire. E il distacco da affrontare. Il cambiamento, repentino, quasi radicale. La città resta la stessa ma per il resto cambia tutto.
Dal 2 maggio (nuova data da segnare).
Venerdì 23 marzo è stato l’ultimo giorno anche di un altro collega. Era in azienda da tanto tempo, un paio di anni più di me, e ricopriva anche una carica più alta.
E’ stata une persona presente ma con la quale non ho mai avuto uno strettissimo contatto lavorativo, ma a suo modo c’era, e sapere che da venerdì non lo avremmo più visto, non avremmo più potuto chiamarlo per informarlo di cose, per gestire con lui situazioni, per condividere pensieri e opinione…faceva strano…ecco.
Mi ha scritto due righe, in risposta al mio saluto via mail. Mi ha regalato parole bellissime, definendomi una persona “capace di spiccare sul resto del gruppo”.
Non so se questo sia un bene o un male. Io spero solo che il grande talento (mio) di cui tutti parlano ora non sia solo fumo o postuma vanagloria, ma sia reale davvero. Meglio per me che lo sia (e partono gli scongiuri).
Da stasera intanto, assieme agli scongiuri, partono i salvataggi delle mail importanti (quelle di amicizia, di sentimento, di significato vero ricevute in 5 anni), dei documenti personali, della musica, dei progetti privati dal pc aziendale.

Chissà a chi daranno il mio portatile.
Chissà a chi daranno il suo.
Chissà a chi daranno il suo interno telefonico.
Chissà a chi daranno il mio.

giovedì 1 marzo 2012

Day-44: La Prigione

Incredibile come cada a fagiolo questo giorno che mi sono imposta per aggiornare il blog.

Prigione alimentare, nella quale mi sono rinchiusa da 44 lunghi giorni – ma dalla quale le evasioni oramai sono più numerose dei giorni in cella (d’altronde gravito attorno ai 54 già da una settimana, posso cautamente avanzare un “obiettivo raggiunto”).
Prigione sociale, nella quale mi hanno infilato i miei più stretti amici, che a vario titolo stanno monopolizzando la mia agenda, con frustrazioni indicibili sul mio indipendentissimo IO per la voglia di andare in palestra, frequentare persone nuove, fare cose diverse dal solito giro di aperitivi/cene/incontri (ma dei quali mi libererò -ahimè- presto: conoscendomi quando vengo messa alle strette o incasellata in una routine o giro di amici che dir si voglia sguscio via che manco ‘n anguilla!)
Prigione lavorativa, e su questo punto apro il post.

Perché si: ho trovato la chiave per uscirne! La missione per la quale servivano “Testa&Gambe” è riuscita e il posto è mio! Si cambia azienda, si cambia settore, si cambia posizione e lavoro! Sono raggiante, ma ancora devo capire bene cosa implichi tutto questo, non ne ho realizzato appieno le conseguenze sulla mia vita…devo ancora capire bene che è davvero un “SI, ho un nuovo lavoro!”
Perché si: ho già firmato per la mia scarcerazione. Dimissioni consegnate, la parola fine è stata impressa nero su bianco e da allora è scattato il conto alla rovescia: due mesi ancora di tranquilla vita nella mia protettiva oasi di colleghi conosciuti, meccanismi noti, mansioni routinarie. E poi…un nuovo cielo in cui spiccare il volo!
Ma…no, non mi aspettavo ci fosse una controproposta!

L’azienda mi ha spiazzato, mi ha chiesto di ripensarci e di valutare una controproposta che arriverà a giorni, nuova sia nella posizione che nei contenuti, e mi sta mettendo in una situazione psicologicamente devastante. Mi sembra di rivivere il divorzio dei miei, prima, e la fine della mia relazione storica, poi. Sento di avere addosso le aspettative di tante, troppe persone, e per di più sono contesa tra due forze opposte, una che mi vorrebbe veder restare e crescere, l’altra che mi vorrebbe cambiare e fare cose nuove. Il noto “con benefit” verso l’ignoto.
Il mio cuore ha già scelto: nonostante i vantaggi sia economici che manageriali stiano con la vecchia azienda, il nuovo e l’inesplorato sono un’attrazione tropo forte, anche a scapito di una crescita nel breve.
Ho già scelto ma non so come esternarlo senza risultare troppo tranchant o precludermi un eventuale successivo ritorno di fiamma. Senza rovinare i rapporti, insomma: perché nella vita (specialmente quella lavorativa) mai dire mai.

In questo la mia sorellina acquisita mi ha inviato questa splendida mail che aveva inviato a me e all’altra nostra amica “d’ufficio” 4 anni fa, quando fu lei a rassegnare le dimissioni. A questa mail io risposi con una freschezza così dolce. E anche ieri mi tornò alle labbra un sorriso così tenero…

***
Subject: I'm free!
Date: Thu, 27 Dec 2007 18:13:11 +0100
Da: lei
A: noi

Ok ragazze,
è giunta l'ora... o meglio, l'ultima mezz'ora e poi si mette fine alla mia esperienza!
L'ultima mail non poteva che essere per voi, mie dolci colleghe... mi sarebbe piaciuto scrivere per fare qualche splendida proposta commerciale all’automotive, alle caramelle o al department store preferito ma, per fortuna, un pizzico di timor reverenziale nei confronti dell'azienda non me lo concede.
Mi mancherà il mio spoglio ufficio da sola, il caffè della macchinetta, questi corridoi apparentemente tutti così uguali ma alla fine così pieni di diversità... mi mancherà il mio "Laboratorio delle idee" (conservatelo con cura... che spacca!), il mio badge, così ricco di tutti le mie ore di straordinario, lo schermo del mio pc (che dopo un po' si mette a ballare e mi fa venire le baluette!) ma sopratutto, dolci pulzelle, mi mancherete voi!
E' stato bello conoscervi, condividere con voi le gioie e le le tristezze, le vittorie e le sconfitte (ho visto troppi film.. a pensarci bene di vittorie manco mezza); è stato bello essere a capo di grandi progetti di trasporto merci per allestimento... viaggiare nelle varie città d'Italia... da Napoli a Brescia... quante matte risate, eh, ragazze mie?
Ma al di là dell'oceano, guardando il mare, lasciandomi trascinare dal mio aquilone e planando sull'acqua, con il sale sulle labbra e il sole sulla pelle penserò a voi, mi lascerò cullare dai ricordi.... e il naufragar mi sarà dolce in questo mare...
Va beh, basta cazzate, appena esco di qui metto a pala la canzone che c'è in Jerry McGuire quando si licenzia e canto a squarciagola "I'm freeeeeeeeeeeeeeeeee" fino all'autostrada... anzi no, ho appena ricevuto un invito a cena da Fede e non posso rifiutare... solo non so cosa portargli..... mmmmmmhhhhhhhh vediamo un po' cosa c'è qui... toh, una bella boccia di vedova!
Grazie di cuore!

***
Oggetto: RE: I'm free!
Inviato: venerdì 28 dicembre 2007 15.55
Da: me

A: loro

Che dire di fronte a tanto ingenuo ottimismo per il futuro?
Dalla lontana New York, dove sono approdata armata di due mostri sacri della letteratura moderna ("Glam Cheap", storia di una precaria sposata ad un disoccupato che sopravvive a Milano con 999 euro al mese lavorando nell'editoria, e "Il Diavolo Veste Prada", manuale base per poter operare nel nostro pseudo-settore), guardo con affetto e tenerezza a tanta joie de vivre, e mi lascio contagiare con un pizzico di malinconia dalla serenita' che la sua visione in volo sulle onde dell'oceano mi trasmette.
Mi chiedo come possa essere accaduto che uno stupido ed insignificante lavoro ci abbia tolto la freschezza dei nostri (ancora per poco, ma per lo meno ancora!) 20 anni, come sia potuto accadere che abbiamo perso l'entusiasmo prima ancora di affacciarci seriamente sul mercato del lavoro, come sia potuto accadere che le nostre brillanti speranze di neo laureate dalle fluenti mille lingue straniere siano naufragate cosi' rovinosamente sugli scogli di una societa' apparentemente cosi' glamour e intrinsecamente cosi' cheap.
Mi chiedo come sia potuto accadere, guardando al passato, e mi chiedo come abbiamo potuto permettere che accadesse guardando al futuro: perche', bambine mie, abbiamo 20 anni. La vita e' ancora tutta davanti. Lasciamoci per un attimo alle spalle i pensieri troppo grandi per noi (mutui da stipulare, famiglie da costruire, aziende da mandare avanti) e chiediamoci, per una volta, per un'ora ogni giorno, che cosa realmente ci renda felici. E inseguiamo quel sogno.
Con l'augurio che tutto quanto sopra si realizzi, per ognuna di noi, nel 2008.
Un bacio, vi voglio bene!

***
Oggetto: R: for you.... same song, same words...
Inviato: mercoledì 29 febbraio 2012 18:04
Da: me

A: lei

…wow…
Sono passati quattro anni e rotti, non abbiamo più i freschi 20 anni, ma i maturi 30, io ho stipulato un mutuo, Cri ha costruito una famiglia e tu stai mandando avanti l’azienda.
Mi sa che da grande dovevo fare Nostradamus :-/
Era bello avere dei sogni, era bello credere di poter essere così leggere e poter procrastinare il peso della maturità.
E credo lo abbiamo fatto, per quanto possibile, ognuna tirando fuori da ogni giorno almeno un sorriso, richiamato alle labbra se non da qualcosa che ci rendeva veramente felici, almeno da qualcosa che ci ha regalato per un minuto l’illusione della felicità.
Ma tanto è bastato, perché l’essere umano è meraviglioso e si accontenta di così poco!
E io adesso rivoglio indietro quella leggerezza che questa azienda mi ha tolto. Non so se l’altra me la potrà ridare, ma già cambiare aria e sentire sulla pelle il neon di un nuovo ufficio e sulle labbra il sapore dell’inquinamento di un’altra strada potrebbe aiutare a planare sui prossimi anni.
Basta, deciso: si cambia aquilone!
TVB, davvero. Grazie di esserci.

***

mercoledì 15 febbraio 2012

Day-29: Seitan e San Valentino

Ieri sera ho avuto la riprova che il mondo è bello perché è vario, che le sorprese non finiscono mai e che tutti almeno una volta nella vita servono a qualcosa. Anche le sorelle vegetariane J

Day-29: 54.3 kg (e sotto ai 55 già da domenica! Olé!)

Dopo aver esplorato, in quasi un mese di regime di Crociera, tutte le carni ed i pesci del creato, dopo aver avuto visioni esoteriche dovute a scorpacciate di uova e/o peperoni (non digerisco né le une né gli altri con facilità, e immancabilmente ci ceno), dopo essermi regalata unghie da tigre grazie alle tonnellate di yogurt e formaggi freschi, ieri ho approcciato il lato oscuro della Dukan e sono approdata ai cibi strani: Tofu e Seitan.

Premesso che ancora adesso non ho idea di cosa siano fatti (credo “della stessa materia di cui sono fatti i sogni, come la Giulietta), e premesso che devo ancora metterne in bocca un solo pezzo, l’idea di avere ancora da scoprire qualcosa in ambito culinario mi affascina e mi regala un sorriso.

E l’illuminazione di avere una sorella vegetariana (niente domande, prego) mi ha aperto l’orizzonte che allora non tutto il male vien per nuocere, e che anche le persone più bizzarre possono avere qualcosa da insegnare! Anzi: magari sono proprio loro le sorgenti di novità e insegnamenti in età adulta, quando crediamo di aver già fatto e visto tutto, di aver già esplorato il mondo da tanti punti di vista diversi, e invece quello che serve non è solo un punto di vista, ma una vera prospettiva diversa da cui guardare il mondo! Forse foriera di un mondo veramente diverso J

Sono entusiasta. Non con riferimento al Tofu e al Seitan, ovvio, ma entusiasta di scoprire che c’è ancora tanto da scoprire. La scoperta al quadrato.

Da un paio di giorni, poi, mi gira intorno un’aura di positività ed energia che mi erano mancate negli ultimi mesi: sono radiosa, la gente se ne accorge, sorrido per niente (anche se l’aggressività è dietro l’angolo e basta una piccolissima inezia fuori dal pianificato perché perda le staffe ed il buonumore). Sarà la dieta che dà i suoi frutti, sarà il sole che ha rifatto capolino, sarà che questo week end finalmente vado a sciare o…o sarà che forse forse qualcosa si muove nella sfera lavorativa (come direbbero gli oroscopi) e la sola idea di avere una nuova sfida davanti mi carica di adrenalina?

Curioso: come per i mercati finanziari, anche il mio umore opera sui futures e sconta le operazioni future!
 

p.s. cosa c’entra il San Valentino? Nulla, ma stava bene come titolo del post J

mercoledì 8 febbraio 2012

Day-22: Il Pazzo

Ieri sera, chiamata in entrata dalla mia anima gemella.
Io: “Ciao scappata di casa!”
AG: “…come scappata di casa? Quale casa?”
Io: “Tutte: guardati intorno!”
AG: “Seh, vabbè…ciao, eh?!? Brutta str*nza, se non ti chiamo io…eh?!? Eh!?!?”
Io: “Ah, no, eh! Io ci provo ogni volta: una volta trovo occupato, una volta spento, quando suona non rispondi mai e mai una volta -che sia una- che mi richiami! Capisci che questo mi genera un senso di frustrazione fortissimo, derivante dall’aspettativa delusa di poterti parlare, quindi, essendo già la mia vita una merda, non posso permettermi di alimentarla con ulteriore frustrazione e insoddisfazione – quindi, non ti chiamo più.”
AG: “…”

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Day-22

Non per niente nella smorfia è Il Pazzo.
E infatti oggi la bilancia mi è impazzita, o per lo meno ha fatto impazzire me. 56.2…cinquantaseipuntodue?!?! Ma dico: stiamo scherzando??? Per aver saltato un giorno dico UNO la mezz’ora prescritta di camminata (o la sessione di palestra???).
Ok, forse ieri sera abbiamo esagerato col sale, forse abbiamo esagerato coi formaggi, ma di fronte ad una tavola imbandita di pizzette e salatini, di fronte alla moussaka più buona della terra (fatta da un’amica che veramente sta superando i maestri greci che l’hanno inventata), di fronte a dell’ottimo vino e di fronte alla torta gelato preferita non ho mollato un colpo che fosse uno!!! E questa è la ricompensa?
Mi verrebbe da deprimermi, ma questa dieta iperproteica mi stimola l’aggressività e la reazione è rabbia cieca e folle. La pazza, appunto.

Oh: speriamo sia davvero solo la luna piena, perché altrimenti inizio a prendere in considerazione l’idea di iniziare ad amputarmi qualche falange (scherzo ovviamente…)

E vabbè: rassegnata, pronta la sacca, e mi preparo mentalmente a correre i miei bravi 5 km stasera.
Rassegnata, piena di  adrenalina post-sport, mi preparo mentalmente alla notte insonne che mi aspetterà.
Rassegnata, con le occhiaie alle ginocchia, mi preparo a spendere altri 100€ in rimedi miracolosi per “cancellare i segni del tempo” (e magari fosse solo il tempo, cara la mia pubblicità!)

Cosa non si fa per una taglia 42 –e per un nuovo, fighissimo, posto di lavoro!-