Sveglia alle
6.30 dopo una notte popolata di sogni strani (e la solita ansia da “suonerà la
sveglia?”), doccia, trucco e parrucco e via di taxi (con annessa polemica col
tassinaro sul senso dei vegetariani in periodo di Pasqua), vai di treno (con
anomalo isolamento digitale, ognuno immerso nei suoi pc), e infine…il mare! Non
sto scherzando: il mare vero, la spiaggia deserta, l’azzurro cristallino
dell’acqua ancora immacolata dopo l’abbandono invernale e prima dell’invasione
estiva! La voglia di tuffarsi nel sole, sdraiarsi sulla sabbia e dormire, una
birra e una pasta al tonno…
E invece:
autista in stazione, strade di provincia, e infine la sede. Grande, bianca,
spaziosa, bellissima.
Le persone:
giovani, splendide, vive, anche se di una vitalità spenta e sopita, ma pronta
come mai a risplendere al minimo cenno di rispolverata. Tanta energia latente,
tanti progetti nel cassetto e voglia di dare il meglio, ricominciare anche loro
a vivere il loro lavoro con grinta e impegno. Bello. Semplicemente bello.
In totale 6 ore
di chiacchiere e formazione soft, per riportarsi a casa due folder pieni di
stampe, appunti, dettagli di nuova collezione sui quali lavorare entro…ieri,
no? Bello come tutto il mondo sia paese, e come tutte le aziende in fondo si
assomiglino nelle deadline cadenzate a passo di gambero!
E poi il rientro, il
treno la notte perde il fascino del panorama che regala con la luce del giorno,
un bicchiere di Berlucchi gentilmente offerto dal Frecciarossa, la Dukan
poteva aspettare, oggi proteine pure per recuperare il regime che ieri è
saltato, stamattina corsetta in Sempione di 6 km, dopo gli 8 km di domenica (fatti in previsione dei km 0
di ieri), magari oggi si chiude qualcosa, perché ora è tempo di aprire la
porta al nuovo.
Ieri sera mi sono porto a
letto l’emozione provata nell’essere un'altra volta ‘nessuno’ per tutti, di
ripartire da zero in un organizzazione sconosciuta, di farsi conoscere dal
niente, dimostrare di nuovo chi sei, misurarsi con le aspettative di chi magari
sa già qualcosa di te tramite voci, di chi immagina solo cosa potresti dare, di
chi non immagina nulla, di chi giudica dalle apparenze, di chi guarda solo le
gambe o di chi aspetta a giudicare la testa.
Una relazione
nuova: riscoprirsi, rimettersi in gioco, re-imparare a conoscersi attraverso la
conoscenza che gli altri faranno di te e tu degli altri.
p.s. questo post doveva partire ieri sera, ma a causa di misteriosi buchi nei diversi device wifi, Bluetooth, USB e chi più ne ha più ne metta ha dovuto aspettare stamattina...giorno 77...come le gambe delle donne...le mitiche :)
Nessun commento:
Posta un commento